Il valore morale dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati
a cura di Marina Basile
Organizzata a Bari, presso la Libreria Monbook, un’interessante tavola rotonda fortemente voluta da Carla Della Penna, responsabile scientifica del progetto N.A.M.S (Network per l’Accoglienza dei Minori Stranieri), che ha previsto un momento di confronto e di dibattito, sul tema di attualità e di profondo valore morale dell’accoglienza dei minori migranti in Italia.
Dai dati diffusi dalle fonti ufficiali emerge infatti un fenomeno i cui effetti sono di enorme portata e troppo spesso devastanti: nel 2016 più di 25.800 minori, tra cui anche bambini con meno di dieci anni di età, infatti sono arrivati in Italia via mare soli, senza genitori o figure adulte di riferimento al loro fianco, più del doppio rispetto al 2015 quando erano 12.360. Hanno affrontato viaggi spesso drammatici, nel corso dei quali in molti hanno perso la vita, e coloro che sono riusciti a giungere in Italia sono stati costretti a vivere in condizioni di grande vulnerabilità, esposti al rischio di subire abusi e violenze e di finire nelle mani di sfruttatori senza scrupoli.
Il nostro Paese non ha di certo chiuso gli occhi di fronte a tal fenomeno e oggi può dirsi orgoglioso di essere stato il primo in Europa a essersi dotato di una legge che si preoccupa di tutelare i bambini a prescindere dal loro status di migranti o rifugiati. In Italia, infatti, è stata finalmente approvata la legge Zampa che garantisce protezione e accoglienza e disciplina gli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti che arrivano in Italia senza genitori: dalle procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età, agli standard dell’accoglienza; dalla promozione dell’affido familiare alla figura del tutore, dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, tutti tasselli fondamentali per favorire l’inclusione sociale dei minori.
Nel corso della tavola rotonda Ludovico Abbaticchio, Garante per l'infanzia e l'adolescenza presso la Regione Puglia si è voluto soffermare sulla figura e sull’importante ruolo del tutore nell’affiancamento del minore.
“Occorre accogliere e proteggere i minori stranieri non accompagnati da un sistema caratterizzato dalla presenza della criminalità organizzata. La Legge Zampa prevede la formazione e la nomina di un tutore, ma tale figura è ancora troppo spesso assente e tali tutori non sono tutelati e non ricevono alcuna indennità. In Puglia vi sono circa 1000 ragazzi che necessitano di 900 tutori attivi e volontari. Stiamo chiedendo di riaprire la questione anche attraverso la richiesta di un dibattito parlamentare. Si spendono circa 500 milioni di euro (circa 40 euro per ogni minore), e bisognerebbe utilizzare tale denaro affinché questi minori possano divenire realmente delle risorse per il nostro Paese. Il minore non accompagnato deve divenire un punto di forza e di vera inclusione sociale. Pertanto è nostro compito dover pensare non solo al loro presente ma anche al loro futuro – ha dichiarato Abbaticchio”.
Spesso dei minori stranieri soli si “perde traccia” e gli esperti sottolineano che ciò non sia solo colpa dei trafficanti, ma anche del fallimento dell’intero settore dell’accoglienza.
L’associazione Penelope Onlus, sempre al fianco di questi “piccoli scomparsi”, si adopra in maniera attiva sul territorio nazionale per offrire un’azione di supporto alle famiglie dei minori che sembrano svaniti nel nulla, in tutte le operazioni di ricerca dei loro cari, operazioni che spesso si concludono con un nulla di fatto.
A tal proposito è intervenuto l’avv. Antonio La Scala, presidente Nazionale di Penelope che ha sottolineato come la sua associazione si stia muovendo pe fronteggiare tale questione. La onlus ha promosso e si è resa firmataria di numerose convenzioni e protocolli sia a livello nazionale, che a livello locale con le forze di polizia cittadina, per cercare di contrastare tale fenomeno. “Un grosso dilemma che l’attuale legislazione vigente non riesce ancora a chiarire del tutto riguarda la denuncia di allontanamento e di scomparsa – ha sottolineato La Scala. A chi tocca segnalare l’allontanamento e quante ore devono trascorrere prima che si possa cercare la persona scomparsa? Spetta agli assistenti sociali, alla struttura ospitante o a chi? E nel mentre si cerca di rispondere a questo quesito, il minore scomparso potrebbe trovarsi in una reale situazione di pericolo per la quel il fattore tempo potrebbe risultare fondamentale”.
Il presidente di Penelope ha inoltre ribadito che quando si parla di allontanamento volontario, occorre sottolineare che il termine “volontario” presuppone che da parte del soggetto che si allontana ci sia una capacità di volere piena, che in un minore già viene a mancare. Se poi ci si trova in presenza di soggetti in condizioni psico-fisiche aggravate non si può certo parlare di volontarietà dell’atto. Non basta che il minore si allontani con i suoi piedi per parlare di volontarietà ma è necessaria anche la piena capacità giuridica. “Bisogna fare ancora molto. In Italia esiste un tasso di prostituzione minorile e maschile con stranieri inimmaginabile, ed è impensabile che tale fenomeno sfugga o che non sia denunciato alle autorità competenti. È impensabile che dei minori di notte siano all’esterno della struttura e nessuno se ne renda conto. Serve una maggiore attenzione e una maggiore collaborazione da parte di tutti – ha concluso La Scala”.
Il Dott. Luigi Giulio Domenico Piliero, Dirigente Scolastico CPIA1 di Bari ha illustrato ai presenti il sistema di inclusione da lui messo in campo per favorire l’inserimento e l’accoglienza dei minori stranieri anche nei percorsi scolastici. Ha sottolineato che la scuola italiana ha una grande tradizione in materia di inclusione, cominciata già con la legge 517 che ha agevolato il processo di accoglienza dei bambini disabili. Tale accoglienza è poi arrivata anche a ricomprendere i minori stranieri nel momento in cui la nostra società è diventata multietnica.
Nel centro provinciale istruzione adulti da lui diretto sono organizzati appositi corsi di alfabetizzazione della lingua italiana che parte da un livello A2 e che può arrivare a far conseguir agli immigrati persino un diploma. Tali percorsi sono estesi anche a tutti coloro che si trovano in particolari situazioni di disagio sociale e arrivano persino nelle carceri. Quando il minore arriva presso tali centri, dopo un periodo di osservazione, viene sottoposto ad un percorso personalizzato di apprendimento che riesce a fargli acquisire le adeguate competenze”.
Il Counsellor Luigi Gramegna, alfabetizzatore d’italiano CPIA1, ha esordito affermando che gli piace definirsi un manovale della cultura perché è indispensabile “imparare a fare prima che a parlare”. Ha quindi sottolineato che “in un’ottica del fare, la Puglia, tra le diverse regioni è tra quelle che si sta muovendo di più, anche se occorre ancora attuare un’adeguata formazione degli attori che lavorano nel campo dell’accoglienza, partendo dal presupposto che bisogna sempre preoccuparsi del superiore interesse del minore e che occorre lavorare sul reale fabbisogno dello stesso, ascoltando quelle che sono le sue reali esigenze”.
Infine il Prof.Bellino ha voluto ribadire che l’Università dovrebbe occuparsi maggiormente di tale settore e che il vero problema sta nella necessità di cambiare la percezione delle cose. “Dietro questi nostri fratelli ci sono storie dolorose e grandissime ingiustizie mondiali. Sta tornando la schiavitù e si vendono i bambini. Si sta diffondendo la cultura della violenza e della sopraffazione. Il rischio a cui si va incontro è il fatalismo dove ognuno di noi si sente impotente e tutto sembra essere ineluttabile. Bisogna ritrovare l’umanità e si deve travalicare il punto di vista politico cercando di creare nuovamente una coscienza civile. Dietro i loro volti dobbiamo vedere soltanto esseri umani e solo così si potrà cercare una giustizia mondiale. Va rafforzata la cultura di pace e di giustizia – ha concluso il professore”.
Fonte: Quotidiano di Bari