Putin firma il decreto di nomina del nuovo Governo Russo. Che significa?
a cura di Carlo Coppola
Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha firmato ieri 14 maggio il decreto che nomina un nuovo governo, compresa la sostituzione del ministro della Difesa con un ex vice primo ministro esperto di economia ma senza esperienza militare.
Quando Putin è stato insediato per un nuovo mandato di sei anni, il 7 maggio, il governo ha presentato le sue dimissioni in linea con la legislazione in vigore. Putin ha riconfermato Mikhail Mishustin nel ruolo di Primo Ministro tre giorni dopo, e ciò è stato ratificato dalla Camera Bassa del Parlamento russo. Domenica ha firmato un decreto con cui spostava Sergei Shoigu dal suo incarico di Ministro della Difesa a capo del Consiglio di sicurezza nazionale. Il Presidente ha anche nominato il vice primo ministro Andrei Belousov al posto di Shoigu. Ha, quindi, proposto che alcuni ministri tornassero ai loro incarichi precedenti e Mishustin ha presentato i nomi per diversi nuovi ministri, che sono stati tutti approvati dal parlamento.
Shoigu è stato ampiamente recepito come una figura chiave nella decisione di Putin di inviare truppe russe in Ucraina. Ma a quanto si sa è stato anche messo in ombra dall'arresto, il mese scorso, del viceministro della Difesa Timur Ivanov con l'accusa di aver accettato ingenti tangenti.
La composizione del governo è cambiata di circa il 13%, se si considera non per posizioni, ma per nomi. Victoria Abramchenko, che ha supervisionato la protezione dell'ambiente e il complesso agroindustriale come vice primo ministro, e Sergei Shoigu, passato dal Ministero della Difesa al Consiglio di Sicurezza, hanno, pertanto, lasciato il Gabinetto dei Ministri.
Dmitry Patrushev e Vitaly Savelyev hanno cambiato il loro status ministeriale nelle posizioni di vice primi ministri. Andrei Belousov, che ha servito come primo vice primo ministro, è diventato Ministro della Difesa.
I capi dei tre ministeri fondamentali hanno mantenuto le posizioni precedenti: agli affari esteri, Sergei Lavrov, alle finanze, Anton Siluanov, e allo sviluppo economico Maxim Reshetnikov.
Si attendono nei prossimi giorni le prime ripercussioni internazionali di queste decisioni.