
Didattica innovativa e riflessi sul territorio
a cura di Marina Basile
In un’era caratterizzata da continui cambiamenti, l’Università deve dimostrarsi sempre al passo con i tempi innovandosi su tutti i fronti, dal punto di vista dell’offerta formativa e della didattica in generale, impegnandosi anche e soprattutto sul fronte dell’innovazione delle metodologie di insegnamento. Tutto questo con l’obiettivo di rendere gli studenti attori dei processi di apprendimento e non più semplici destinatari.
“Ho promosso questo incontro/dibattito tra studenti e docenti per discutere delle nuove modalità e dei nuovi sistemi per una didattica moderna che sia strettamente collegata con la ricerca, a beneficio del territorio e delle nuove opportunità di lavoro per i giovani laureati – queste le parole del Prof. Vacca all’apertura del convegno”.
Ospiti della serata: il Prof. Onofrio Lattarulo, Presidente del circolo della Sanità di Bari che ha ringraziato il prof. Vacca per la sua incessante opera e ha sottolineato che “Il lavoro intenso che egli svolge, crea una vera osmosi tra università, mondo accademico e territorio. Ne sono dimostrazione il grandissimo successo ottenuto durante l’ultimo incontro internazionale sul mieloma e tutti gli altri numerosi convegni che creano un'offerta formativa in grado di arricchire ulteriormente il nostro Ateneo”.
Anche la Dott.ssa Evelina Giordano, vice presidente del Lions club “Niccolò Piccinni” di Bari, a nome del suo club, ha voluto esprimere vicinanza e sostegno ad un professore “da sempre molto impegnato con dedizione nell'attività di ricerca, invitandolo a prodigarsi nell’opera di contrasto alla fuga dei nostri ricercatori e dei nostri cervelli, perché di questi giovani ne abbiamo bisogno qui, sul nostro territorio”.
Il Dott. Girolamo Ceci, direttore del patronato Inac – Puglia, ha voluto sottolineare le doti del prof. Vacca, mettendo in evidenza che “non è solo uno scienziato, ma è soprattutto un uomo di grande umanità, molto impegnato non solo in campo medico, ma anche nel sociale”. È stata poi la volta di Lorenzo Giusti, direttore del centro clinico di psicoterapia integrata, che ha sottolineato l’importanza di una mirata formazione dei medici, anche in campo psicologico.
Relatori della serata il chiarissimo Prof. Angelo Vacca che ha voluto ufficializzare la sua candidatura al ruolo di Rettore dell’Università di Bari di fronte agli alunni che, secondo lui, “sono la vera anima della università”. Ha voluto ringraziare i colleghi che gli sono stati accanto in questi anni e che lo hanno indotto ‘a guardare l’università e la sanità con occhi diversi’.
“La mia crescita è stata la crescita dell'università – ha affermato Vacca - e ho imparato che occorre stare vicino ai malati e considerarli non come malattia ma come persone. Occorre prima di tutto conoscere le loro storie e solo in seguito affrontare la loro patologia”.
Ha poi spiegato che è inevitabile che la didattica tradizionale oggigiorno venga messa in discussione per dare maggiore spazio alla partecipazione attiva degli studenti. “Occorre proporre insegnamenti più professionalizzanti, percorsi sulle competenze trasversali, o soft skills – come saper lavorare in team, fare ricerca, migliorare la comunicazione in modo da renderla più efficace e imparare a risolvere i problemi - competenze sempre più richieste. Sono queste le linee su cui l’Università deve impegnarsi, affinché gli studenti possano sviluppare apprendimenti profondi, significativi e utili per un futuro inserimento nel mondo del lavoro. Gli studenti cercano modalità di apprendimento più efficaci. Occorre quindi proporre loro una didattica che sappia coinvolgerli, capace di coniugare lo studio di oggi, con il lavoro di domani, una didattica che non può essere scissa dalla ricerca e che riesca a formare il giovane verso una conoscenza del tutto – ha dichiarato Vacca”.
Ha sottolineato che “la didattica non può essere scissa dalla ricerca e che questo connubio deve esistere in modo imprescindibile. Gli studenti devono conoscere le interconnessioni anche con altre aree e con le altre discipline. Nel mio settennato in rettorato sono venuto a conoscenza della buona correlazione tra competenze scientifiche, umanistiche e informatiche e ritengo che una buona idea potrebbe essere la combinazione tra lauree triennali e magistrali afferenti ad aree diverse. Un esempio di interdisciplinarietà è il progetto Pact, un progetto che coinvolge svariate aree, al fine di migliorare le condizioni del malato oncologico”. Ha concluso il suo intervento mettendo in rilievo altre possibili idee che potrebbero migliorare la didattica universitaria anche nel periodo post-laurea, come il ‘Global doc’ che consiste nel mandare i dottorandi e i dottorati all'estero, per accrescerne le competenze in ambito internazionale.
Altri importanti interventi nel corso della serata sono stati quelli del chiarissimo Prof. Voza che si è soffermato sulla didattica innovativa in ambito giuridico, spiegando nel dettaglio cosa sono “Le cliniche legali”. Voza ha tracciato un parallelismo tra il medico e il giurista e ha sostenuto che “così come per i medici il problema clinico è il malato, per i giuristi lo potrebbe essere un contratto. Medico e giurista, infatti, vanno entrambi alla ricerca di indizi, formulano ipotesi e fanno diagnosi. Attraverso il dialogo vanno alla ricerca dei fatti sulla base dei quali dover prendere una decisione, per giungere alla scelta corretta”.
Ha concluso sostenendo che proprio per questo “la didattica deve essere improntata sullo sviluppo della capacità del problem solving, competenza che potrebbe essere potenziata anche attraverso le cliniche del diritto che fanno leva sul learning by doing. Lo studente, con queste cliniche legali dovrebbe infatti svolgere un periodo di tirocinio per poi calarsi direttamente nella professione. Le cliniche legali hanno un'elevata valenza formativa e un alto indice di gradimento da parte degli studenti”.
Altro interessante intervento ad opera della prof. De Caro che si è soffermata sull’importanza dell’insegnamento della Psicologia clinica, che deve “fornire ai nostri studenti gli strumenti giusti per educarli ad entrare in empatia con i malati. Occorre sempre creare una relazione empatica di cui i medici scelgono di attrezzarsi per far fronte al dolore”. Un altro aspetto importante è l'attivazione di adeguati modelli di comunicazione e l'università in questo ha un grande compito. Occorre che insegni l'uso sapiente delle parole giuste – ha concluso la professoressa”.
Teresa Roselli, delegata del rettore per l'e-learning e la multimedialità ha sottolineato che “sono stati messi in piedi dal nostro Ateneo numerosi progetti che si fondano sull'utilizzo di queste tecnologie e dell'ambiente di apprendimento e-learning e che molto altro ancora si intende fare nel futuro”.
Carmine Clemente ha poi parlato del welfare socio-sanitario e si è soffermato soprattutto sul contributo della sociologia in campo medico. “La medicina e la sanità non devono solo mirare a curare, ma devono soprattutto mirare a prevenire la malattia. Per questo c'è una continua ricerca di modelli organizzativi di welfare che funzionino bene”.
Infine la Prof.ssa Angela Agostino ha parlato di cosa sta facendo l'università di Bari nei percorsi universitari post-laurea. Ha ribadito che “il dottorato si è modificato in questi ultimi anni. Non è più incentrato verso la ricerca, ma è proiettato verso lo sviluppo delle professioni di diverso tipo. La didattica è strutturata da una parte, ma dall'altra deve prevedere opportuni percorsi formativi perché comunque si è ancora in ambito di formazione, anche se di terzo livello. Si prevede anche una parte dedicata all’interdisciplinarietà, lasciando comunque in piedi lo sviluppo della capacità di saper fare ricerca. Occorre vincere una grande sfida: formare i ragazzi in modo da renderli in grado di portare il loro spirito critico nelle aziende ”.
Vacca ha quindi concluso la serata sottolineando che compito dell’Università è quindi quello “di metter su dei corsi che siano più attrattivi per i nostri studenti in modo da spingerli a non cercare altrove l'offerta formativa di cui hanno bisogno, corsi che tengano conto anche del processo di globalizzazione in atto”.
Fonte: Quotidiano di Bari