Il Sindaco di Ashtarak vorrebbe rimuovere l'Albero della Pace dello scultore Massimo Lippi
di Carlo Coppola
Il famoso scultore armeno Vigen Avetis avverte, sulla sua pagina Facebook, che il sindaco di Ashtarak, capoluogo della provincia di Aragatsotn, avrebbe deciso di rimuovere dalla città l’opera d'arte moderna "Albero della Pace" del prof. Massimo Lippi, di Siena, definendolo "un inutile pezzo di ferro”. Sia il maestro Vighen Avedis che il prof. Lippi sono scultori di chiara fama, entrambi inseriti in contesti che li riconoscono per la loro qualità e originalità a livello internazionale.
Spesso le sculture di entrambi superano il livello figurativo e lo sintetizzano in simboli e strutture, mediante l’uso di materiali specifici ed elementi archetipici. Le loro opere sono, senza dubbio, conosciute ed apprezzate in varie parti del mondo non solo in Armenia e in Italia ma anche nel resto d'Europa, in Asia e in America. Di recente entrambi sono stati protagonisti del documentario “Avetis” dedicato a maestro armeno e realizzato dal regista Rouben Kochar.
Il loro intento principale è la continua divulgazione - mai ridondante - del rispetto dei valori umani, della libertà individuale e collettiva, della non violenza e della fraternità tra i popoli, non come atto ideologico ma come azione concreta e naturale che dovrebbe pervadere ogni aspetto della società. Per questa libertà di pensiero sono stati considerati a volte difficili afferrare e circoscrivere in un filone artistico o da gestire politicamente da chi apprezza solo l'arte organica al potere.
Per queste ragioni il messaggio del Lippi, come di Vighen Avetis, può non essere immediatamente colto da chi non possiede gli strumenti culturali e cognitivi, e da chi non abbia la sensibilità per poter comprendere dell’atto artistico e i suoi risultati.
Lippi, oltre ad essere uno scultore, è poeta, performer e regista teatrale ed ha dedicato spesso all'Armenia, le sue azioni e intenzioni, facendone il fine dei suoi percorsi di arte-vita. Proprio gli alberi, come l'albero della Pace, sono spesso al centro delle sue iniziative come massimo elemento archetipico. Nel 2014 il maestro senese così comunicava al pubblico presente all’inaugurazione del suo “Albero della Pace”:
“L'albero, simbolo delle sofferenze del popolo armeno, è stato sottoposto a varie violenze. Lo tagliarono per farlo seccare, lo spezzarono affinché fosse distrutto, ma per un miracolo divino e per volontà del popolo, si voltò di nuovo, contrariamente alla sofferenza, prese la via della vita e della risurrezione, come un zigzag, piegandosi verso la vita, è stato nuovamente reciso, nuovamente sottoposto alla violenza e alla sofferenza.” E continuava: “Quando ho visto questi inutili strumenti di guerra, ho capito che bisognava ridare loro vita. E ho deciso di tagliare questi tubi metallici in modo da simboleggiare la storia dell'Armenia, che, dopo essere stata distrutta, schiacciata, ritorna alla vita e alla pace ogni volta che viene tagliata. In alto c'è la colomba di Noè, che simboleggia la pace. Mi piacerebbe davvero che tutto il mondo parlasse di questa città e di qui iniziasse la pace.”
La scultura è stata installata nell'ottobre 2014 per decisione del Consiglio degli Anziani (Consiglio Comunale) della città di Ashtarak, con l'approvazione del Consiglio per lo Sviluppo Urbano. Il lavoro fu realizzato con materiali di riciclo e i due arstisti cercarono un luogo dove ci fossero rottami e struenti metallici inutilizzati che potessero simboleggiare la resilienza e la resistenza del popolo armeno. Un grosso tronco metallico simboleggia la nascita dell’Armenia, da esso si dipanano i rami iniziali che vengono recisi ma ricrescono, lottando tra la vita e la morte. La base della statua è la rappresenta la storia armena, e sulla parte più alta vi è il monte biblico Ararat, che tutti sovrasta e guida. L'Armenia, sottoposta alle sofferenze, si è rivolta alla vita con fede cristiana. La colomba con il ramoscello d'ulivo sulla cima dell'albero è il simbolo della fine della sofferenza e del dolore del popolo armeno. Allo stesso tempo simboleggia Cristo, che è Risurrezione, ovvero rinascita, e tenendo in bocca il ramoscello d'ulivo, riporta l'albero della vita al luogo da cui ha avuto origine.
Va notato che nel 2014, la statua "Albero della pace" donata ad Ashtarak da Massimo Lippi è stata installata nella piazza dedicata al Catholicos Narek V originario della zona.
Vighen Avetis ha voluto richiamare l’attenzione su questa decisione del sindaco di Ashtarak che egli definisce “un atto di barbarie”. La sua è una richiesta di aiuto alle istituzioni pubbliche e private armene, in particolar modo al Governo armeno, perché facciano desistere il sindaco da questo atto palesemente arbitrario e che offende la storia recente della città di Ashtarak.