
Olivia Colman e Cumberbatch: la guerra de ''I Roses'' non e' mai stata così moderna - al Metropolis di Mola di Bari
Nel dibattito senza fine sulla necessità dei remake, "I Roses" si presenta non come una semplice rivisitazione, ma come una dimostrazione che un classico può essere riscoperto, smontato e ricostruito per un pubblico contemporaneo, con risultati sorprendenti. Con la regia di Jay Roach e la scrittura di Tony McNamara, il film trascende il suo predecessore, trasformando una crudele farsa sull'odio in un'agrodolce e attualissima commedia tragica sull'amore perduto.
Il confronto con "La guerra dei Roses" del 1989 è inevitabile. Il film di Danny DeVito, all'epoca un successo con Michael Douglas e Kathleen Turner, oggi appare datato. La sua trama, pur efficace, mostrava un passaggio troppo brusco dall'amore all'odio, quasi un interruttore spento senza preavviso. "I Roses" invece, sceglie una strada diversa, più dolorosa e reale. Il film ci mostra il lento e inesorabile deterioramento di un matrimonio, dove l'amore non sparisce del tutto, ma viene soffocato dai rancori, dalle carriere e dalla moderna ansia da prestazione.
A differenza dell'originale, dove la battaglia tra i coniugi Douglas e Turner scoppiava come una guerra lampo, qui il conflitto cova sotto la cenere, alimentato da un drammatico squilibrio professionale. Theo e Ivy Rose (interpretati da un fenomenale Benedict Cumberbatch e una magistrale Olivia Colman) sembrano la coppia perfetta: lui architetto idealista, lei cuoca di talento. La loro felicità è il frutto di un'unione che li porta a trasferirsi in America, a Mendocino, California, in una casa da sogno che diventa il palcoscenico della loro rovina. La scelta di questa location non è casuale: Mendocino, famosa per essere stata il set de "La signora in giallo", offre uno sfondo ironicamente idilliaco a un matrimonio che si trasforma in un mistero ben più oscuro di qualsiasi omicidio televisivo.
Il punto di svolta arriva quando la carriera di Ivy decolla in modo spettacolare, mentre quella di Theo crolla. La casa, un tempo simbolo del loro amore, diventa il campo di battaglia per una guerra logorante e senza esclusione di colpi, combattuta a suon di umorismo tagliente (tipicamente ''british'') e attacchi personali. La sceneggiatura di McNamara è un capolavoro di cinismo e intelligenza, costellato di "cringe comedy" che provoca una risata amara e una sincera vergogna per il pubblico, chiamato a osservare dinamiche intime e brutali. La chimica tra Colman e Cumberbatch è un motore inarrestabile, in grado di passare dalla complicità all'odio più profondo con una credibilità disarmante.
Il film esplora con acuta sensibilità il fallimento dei sogni nella nostra società ossessionata dalla competizione, mostrando come l'ansia da prestazione possa avvelenare anche i sentimenti più puri.
In questo scenario di caos, i figli dei coniugi Rose, in un ironico contrasto, trovano la loro salvezza e il loro successo nel mondo ordinato e rigoroso dello sport, lasciandosi alle spalle il fallimento dei genitori per tracciare un percorso di vittoria tutto loro.
"I Roses" è un'opera intelligente, coraggiosa e perfettamente eseguita. È una commedia che diventa una tragedia, un'analisi acuta del fallimento amoroso nella società contemporanea. Il suo merito non è solo quello di essere un remake ben riuscito, ma di utilizzare una storia nota per raccontare qualcosa di nuovo e di profondamente vero, regalando un'esperienza cinematografica che fa ridere a denti stretti e riflettere a lungo.
a cura di Raffaella Cimmarusti e Rino Liuzzi